Lo Sai Che?

CEFALEE:

Le cefalee possono essere: cervicogeniche, miotensive, emicrania.

La cefalea cervicogenica è un dolore al capo causato da compressione  dei nervi cervicali C1-C4 che innervano i tessuti muscolo scheletrici che a loro volta creano dolore. E’ un dolore profondo a livello occipitale, retrorbitale (dietro agli occhi) o alle tempie.

Perchè il dolore si manifesta anche dietro l’occhio e alle tempie? La branca oftalmica del nervo trigemino proietta maggiormente i livelli C1-C3, questo spiegherebbe il motivo per cui il dolore si manifesta più frequentemente nelle aree frontali e periorbitali.

La cefalea cervicogenica è associata ad affaticamento posturale, lesione da trauma, da colpo di frusta….

La cefalea miotensiva è causata da tensione muscolare per errate posture.

Molte persone che lavorano ad una scrivania, computer sviluppano una postura cifotica, quando le scapole sono protratte e le spalle sono ruotate in avanti. La parte superiore del collo si piega all’indietro e i muscoli sub-occipitali si contraggono. Il muscolo piccolo pettorale di conseguenza si contrae. Cosa fare? Gli schermi devono essere portati all’altezza degli occhi per promuovere una buona postura, l’altezza della sedia può avere bisogno di essere modificata. Esercizi posturali, di stretching del piccolo pettorale e degli scaleni, di stabilizzazione scapolare

Nervi cranici: nel cranio abbiamo 12 paia di nervi e i rami dei nervi VII-X, possono essere coinvolti nei dolori riferiti al collo.

La cefalea può essere sintomo di deficit neurologico (a seguito di un accidente cerebrovascolare), squilibri ormonali e neoplasia.

La cefalea può essere a volte l’unico sintomo di ipertensione o ictus imminente.

La cefalea può essere inoltre causata da ansia, depressione, abuso di sostanze.

Se si vuole leggere in maniera approfondita l’argomento cefalee si vada sul sito della Società italiana per lo studio delle cefalee, vedere le classificazioni.

Alcuni studi di diagnosi differenziale hanno evidenziato, in pazienti con cefalea cervico-genica, la presenza di restrizioni di movimento a carico del rachide (significa colonna) cervicale superiore e prevalentemente nella flesso estensione e latero flessione (cioè quando portiamo la testa in avanti, indietro e la pieghiamo di lato).

I muscoli più frequentemente coinvolti sono il trapezio, lo sternocleidomastoideo, gli scaleni e gli estensori sub-occipitali:

Mappa del dolore:

I punti dolorosi evidenziati nell’immagine, definiti trigger points, associati alle disfunzioni segmentarie cervicali, possono contribuire alla genesi della cefalea cervicogenica. Il trattamento conservativo di questi muscoli è efficace nel ridurre la frequenza e l’intensità degli attacchi di cefalea.

Quando le cefalee persitono, non rispondono alle cure farmacologiche vanno fatte indagini con il medico di competenza perché ci potrebbero essere patologie quali la sindrome di Arnold-Chiari, malformazioni artero-venose, ernie cervicali, meningite, emorragia subaracnoidea.

Trattamento:

per la cefalea cervicogenica il trattamento di prima scelta è considerato quello conservativo, che include la terapia manuale (mobilizzazione e manipolazione del rachide cervicale superiore). Solo se il trattamento conservativo è inefficace, si ricorre a terapie più invasive. 

La manipolazione cervicale riduce l’assunzione di farmaci, l’intensità e la durata del mal di testa.
L’emicrania ha un’origine vascolare, spesso presenta nausea, vomito, disturbi visivi.

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